A parlare ai microfoni di Dazn e in conferenza stampa al termine di Cagliari-Lazio (1-3) il presidente Tommaso Giulini.
«Dopo tanti mesi ho preferito metterci la faccia anche se preferisco godermi la squadra in sordina” ha dichiarato il patron rossoblù, interrompendo di fatto un silenzio lungo quasi due anni.
Delusione, speranza, voglia di ricominciare e invertire finalmente il trend. Sempre con Claudio Ranieri alla guida del Cagliari. «Ho piena fiducia nel tecnico e nel suo staff. Nessuno meglio di lui può aiutarci ad uscire da questa situazione. Sarà l’allenatore fino all’ultima giornata, non è assolutamente in discussione, se dobbiamo retrocedere lo faremo con Ranieri. Anche se dovessimo perdere a Udine o la successiva lui resterà con noi. Ha esperienza, valori per salvarci. Ha dichiarato che il Cagliari sarà la sua ultima squadra di club e lo sarà fino all’ultimo giorno di contratto, se lo vorrà. Il problema della squadra è a livello mentale, chi meglio di lui per lavorare sulla testa?»
Sulla rosa. «Gran parte della squadra, per vari motivi, non sta rendendo. Non faccio nomi. Tutti si devono prendere le responsabilità, seguire il mister e cercare di entrare in campo non con paura ma con la voglia di raggiungere il nostro obiettivo. Quello che non mi è piaciuto oggi è il fatto di essersi portati in campo il timore, sbagliando tocchi facili, facendo errori tecnici stupidi. Cose che non si fanno in settimana. Noi la paura la dobbiamo vivere durante la settimana, dobbiamo vivere i prossimi tre mesi con terrore perchè dobbiamo vivere per questa salvezza. I giocatori hanno le qualità per arrivare all’obiettivo. Questa squadra ha sempre qualcuno che soffia, che incoraggia e questo deve essere ancor più motivo di sprono per i giocatori».
Sul mercato. «Abbiamo una rosa che ha tutto per arrivare alla salvezza ma gran parte dei giocatori non sta rendendo. Non abbiamo rimpianti perchè ho accontentato tutte le richieste del mister pensando anche a prendere giocatori futuribili come Prati e Sulemana per consentire la sopravvivenza del club. Più di così come società non so cosa potessimo fare».
Come aiutare la squadra? «Rimanendo tutti uniti, senza spifferi, senza che nessuno abbia la presunzione di saperne più dell’allenatore».